Giovedì, 19 Giugno 2014 18:33

Eretmochelys imbricata

Eretmochelys imbricata (Linnaeus, 1766)

Tartaruga embricata, Hawksbill Turtle, Tortuga carey

CLASSIFICAZIONE E TASSONOMIA

Classe: Reptilia
Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Cheloniidae
Genere: Eretmochelys
Specie: imbricata

Tradizionalmente si distinguono due sottospecie:

Eretmochelys imbricata imbricata (Linnaeus, 1766): Oceano Atlantico

Eretmochelys imbricata bissa (Rüppell, 1835): Oceano Pacifico e Indiano

STATUS GIURIDICO

E' inserita in Appendice I CITES e in Appendice II Convenzione di Berna; è salvaguardata anche da varie normative americane essendo considerata "Endangered Species".
La specie è in via di estinzione a causa principalmente della cattura e uccisione per la commercializzazione di prodotti ricavati da essa, infatti i particolari scuti del carapace la rendono un ambito trofeo.

DISTRIBUZIONE E HABITAT

Vive nelle acque tropicali dell'Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano, raramente si spinge anche in mari temperati.
Frequenta maggiormente acque basse lungo le zone costiere rocciose e le barriere coralline, si sposta sul fondo in cerca di cibo.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

Generalmente è attiva durante tutto l'anno.
Tra le specie di tartarughe marine, è considerata la meno migratoria.

CARATTERISTICHE FISICHE

La lunghezza massima del carapace è di circa 95 cm, comunque entro il metro di lunghezza. Il peso è in media di 60 kg, sono stati comunque registrati anche casi di esemplari adulti che raggiungono i 120 kg.
Caratteristica principale di questa specie è l'embricatura(da questa deriva il nome scientifico) degli scuti del carapace che si presentano appunto uno sopra all'altro; questa particolarità comunque non è evidente in esemplari giovani o molto vecchi.
La testa e gli arti hanno una colorazione tendente al nero, come il carapace che presenta inoltre sfumature e macchie che vanno dal rossastro al giallo; il piastrone è giallo. Gli esemplari appena nati hanno una colorazione scura uniforme.
Sulla testa sono presenti 2 paia di squame prefrontali e la ranfoteca è particolarmente pronunciata e dalla forma simile al becco di un rapace.

DIMORFISMO SESSUALE

I maschi presentano rispetto alle femmine, una coda più lunga e più larga alla base.

ALIMENTAZIONE

E' onnivora ma raramente si nutre di piante o alghe, la sua dieta è caratterizzata principalmente da spugne e vari invertebrati marini quali molluschi e crostacei.

RIPRODUZIONE

Gli accoppiamenti avvengono vicino alla costa, in prossimità delle spiagge scelte per la nidificazione. Il ciclo riproduttivo solitamente è triennale, il periodo della nidificazione è compreso tra Maggio e Novembre nelle zone dell'Oceano Pacifico e tra Aprile e Ottobre per quanto riguarda l'Oceano Atlantico. Si possono avere da 2 fino a 6 nidiate con intervalli di circa 20 giorni l'una dall'altra. Il periodo che intercorre dalla deposizione alla schiusa è in media di 60 giorni. Trascorsi questi, i piccoli iniziano a salire in superficie, preferibilmente durante la notte in modo da ridurre il pericolo dei predatori, e aiutati dal riflesso della luna e delle stelle raggiungono il mare.

Autore: Enrico Di Girolamo ©

Pubblicato in Tartarughe marine
Giovedì, 19 Giugno 2014 18:31

Dermochelys coriacea

Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761)

Tartaruga liuto - Leatherback Turtle, Luth Turtle - Tortuga laúd

CLASSIFICAZIONE E TASSONOMIA

Classe: Reptilia
Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Dermochelyidae
Genere: Dermochelys
Specie: coriacea

E' l'unica specie vivente della famiglia Dermochelyidae.

Tradizionalmente si distinguono due sottospecie:
Dermochelys coriacea coriacea
 (Vandelli, 1761): Oceano Atlantico
Dermochelys coriacea schlegelii
 (Garman, 1884): Oceano Pacifico e Indiano

STATUS GIURIDICO

E' inserita in appendice I CITES, in appendice II Convenzione di Berna, in Italia è protetta dalla legge n. 156 del 1980, quindi ne sono vietate la detenzione e la vendita.
E' la specie di tartaruga marina più rara. E' considerata a rischio critico di estinzione, a causa della distruzione dei siti di nidificazione, della caccia cui è stata soggetta per le qualità del suo grasso, della predazione dei nidi da parte dell’uomo e animali introdotti, e soprattutto per i sacchetti di plastica presenti nel mare che scambia per le sue prede preferite, le meduse.

DISTRIBUZIONE

Vive nell'Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano; è avvistabile occasionalmente anche nel Mar Mediterraneo ma soprattutto lungo le coste Nord-africane.

HABITAT

Frequenta preferibilmente mari caldi e temperati, ma è l'unica tartaruga marina che si spinge anche in acque artiche, come quelle dell'Alaska, e circumpolari. Questo è possibile grazie alla massa di grasso che ricopre il suo corpo, proteggendola dalle basse temperature.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

Generalmente è attiva durante tutto l'anno. Essendo una specie pelagica, cioè si muove seguendo le correnti marine, essa privilegia il mare aperto e raramente si avvicina lungo le coste, tranne durante il periodo della riproduzione o per cacciare.
Altra caratteristica comportamentale, è lo stile di nuoto. Diversamente dalle altre tartarughe marine che per nuotare muovono gli arti alternativamente, Dermochelys coriacea li muove simultaneamente, facilitando lo spostamento del suo pesante corpo.

CARATTERISTICHE FISICHE

E' la tartaruga più grande esistente al mondo. La lunghezza del carapace in media varia tra 170 e 190 cm, ma non sono rari gli avvistamenti di esemplari che superano i 2 metri, e può arrivare a pesare più di 600 kg. La colorazione è molto scura, nera, bluastra con sfumature di bianco e rosa.
Caratteristica principale, che la differenzia da tutte le altre specie di tartarughe marine, è il carapace, allungato e composto da placche ossee (e non placche cornee, tipiche del carapace delle altre tartarughe), disposte come un mosaico e ricoperte da pelle simile al cuoio e liscia. Inoltre il carapace è caratterizzato da 7 carene longitudinali e il piastrone da 5 carenature. Il suo esofago è ricoperto da spine molto sviluppate, rivolte all'indietro per trattenere meglio prede sfuggenti; questa caratteristica è comune anche alle altre specie marine. Un'altra particolarità distintiva della specie, è l'assenza di unghie nelle pinne anteriori.

DIMORFISMO SESSUALE

Nel maschio il piastrone è concavo e la coda raggiunge e talvolta supera la lunghezza delle natatoie posteriori, nella femmina invece la coda è più corta degli arti.

ALIMENTAZIONE

L'alimentazione comprende soprattutto meduse, ma non disdegna pesci, crostacei e molluschi come celenterati e cefalopodi. Si nutre anche della velenosa medusa Physalia physalis, comunemente detta caravella portoghese.

RIPRODUZIONE

Il periodo della nidificazione varia a seconda della latitudine, ad esempio nell’emisfero boreale va da Novembre a Marzo. E' l'unica tartaruga marina che si riproduce anche in Inverno. Una femmina può deporre fino a 7 volte a stagione, con un intervallo di quasi 14 giorni esatti. Ogni deposizione comprende circa 50-150 uova, solitamente è la tartaruga marina che ne depone di meno. L'incubazione dura dai 50 ai 70 giorni, dipende dalla temperatura.

NOTE

Un tempo Dermochelys coriacea nidificava anche nelle spiagge del Mar Mediterraneo (e presumibilmente della Sicilia), adesso è possibile avvistarla solo di rado e di passaggio. Nel Febbraio del 2011 si è arenato un esemplare nell'Agrigentino, deceduto dopo circa una settimana nel centro di recupero che l'aveva in affidamento. 

Autore: Enrico Di Girolamo ©
 
Pubblicato in Tartarughe marine
Giovedì, 19 Giugno 2014 18:29

Chelonia mydas

Chelonia mydas (Linnaeus, 1758)

Tartaruga verde, Tartaruga franca - Green Turtle - Tortuga blanca

CLASSIFICAZIONE E TASSONOMIA

Classe: Reptilia
Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Cheloniidae
Genere: Chelonia
Specie: mydas

Esiste grande dibattito tra i biologi riguardo la sua classificazione. Alcuni considerano Chelonia mydas e Chelonia agassizii (Bocourt, 1868) due specie distinte (la prima dell'Oceano Atlantico e del Mediterraneo, la seconda dell'Oceano Pacifico e Indiano), altri invece la considerano un'unica specie divisa in due popolazioni o sottospecie.

STATUS GIURIDICO

E' inserita in appendice I CITES, in appendice II Convenzione di Berna, in Italia è protetta dalla legge n. 156 del 1980, quindi ne sono vietate la detenzione e la vendita.
La specie è a rischio estinzione, soprattutto a causa della caccia indiscriminata da parte dell'uomo per l'approvvigionamento della sua carne, la più apprezzata tra le tartarughe marine.

DISTRIBUZIONE

Vive negli Oceani Atlantico, Pacifico e Indiano; è presente anche nel Mar Mediterraneo e nidifica soprattutto lungo le coste greche e Nord-africane.

HABITAT

Frequenta preferibilmente acque tropicali in prossimità di zone costiere, litorali e lagune ricche di vegetazione.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

Generalmente è attiva durante tutto l'anno, ma sono stati documentati periodi di ibernazione, ad esempio nel Golfo di California.
Tranne le femmine in stadio riproduttivo, che si spingono sulle spiagge per la deposizione, Chelonia mydas passa l'intera vita in mare.

CARATTERISTICHE FISICHE

La lunghezza del carapace degli adulti, varia da un mino di 90 cm a un massimo di 150 cm, il peso mediamente si aggira intorno ai 140 kg, ma alcuni esemplari di grandi dimensioni e particolarmente vecchi possono superare i 300 kg. La colorazione comprende varie sfumature di verde, olivastro, caffè e bruno, il piastrone è molto chiaro, tendente al bianco, per questo motivo in alcune regioni è conosciuta anche con il nome di tartaruga bianca.
Gli scuti del carapace presentano dei disegni radiali, inoltre quelli costali sono 4 per ogni lato. Altra caratteristica distintiva di Chelonia mydas, è la colorazione della parte laterale della testa, gialla o comunque molto chiara. La testa inoltre presenta due squame prefrontali.

DIMORFISMO SESSUALE

I maschi presentano, rispetto alle femmine, una coda più larga alla base e più lunga, e il carapace più allargato.

ALIMENTAZIONE

E' l'unica tartaruga marina con un'alimentazione, da adulta, prettamente erbivora. I piccoli si nutrono di plancton.
Comprende in larga misura tutta la prateria submarina, può integrare la dieta con alghe e invertebrati.
I tempi di digestione si aggirano in media intorno alle 176 ore.

RIPRODUZIONE

Gli accoppiamenti avvengono vicino alla costa, in prossimità delle spiagge scelte per la nidificazione, il periodo della nidificazione va da Maggio a Ottobre. Una femmina adulta può deporre circa 5 volte l'anno, con intervalli di circa 15 giorni.
Ogni deposizione, comprende in media 100 uova, ma queste possono arrivare fino a 200. Le uova hanno un diametro di 5 cm. La durata di incubazione varia tra i 50 e i 70 giorni.

NOTE

Anche se raramente, Chelonia mydas frequenta i nostri mari e può deporre sulle spiagge italiane.

Autore: Enrico Di Girolamo ©
 
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Giovedì, 19 Giugno 2014 18:26

Caretta caretta

Caretta caretta (Linnaeus, 1758)

Tartaruga comune - Loggerhead Sea Turtle - Tortuga Caguama

CLASSIFICAZIONE E TASSONOMIA

Classe: Reptilia
Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Cheloniidae
Genere: Caretta
Specie: caretta

Tradizionalmente si distinguono due sottospecie, anche se è più probabile si tratti solo di diverse popolazioni geografiche:

Caretta caretta caretta (Linnaeus, 1758): Oceano Atlantico e Mediterraneo

Caretta caretta gigas (Deraniyagala, 1933): Oceano Pacifico e Indiano

 STATUS GIURIDICO

E' inserita in appendice I CITES, in appendice II Convenzione di Berna, in Italia è protetta dalla legge n. 156 del 1980, che ne vieta la detenzione e la vendita.

La specie è tra le più minacciate e a rischio di estinzione, a causa della pesca, dell'uso di reti a strascico o altri sistemi, degli impatti con le numerose imbarcazioni, dell'alta percentuale di predazione e mortalità cui sono soggetti uova, piccoli e adulti, della scomparsa dei suoi punti di nidificazione, dovuta all'alterazione delle zone costiere e all'urbanizzazione, che ha contribuito ad aumentare i fenomeni di inquinamento sia delle spiagge che del mare.

DISTRIBUZIONE

Vive nel Mar Mediterraneo, Mar Nero, Mar dei Caraibi, Oceano Atlantico, Oceano Pacifico e Oceano Indiano.

HABITAT

Frequenta preferibilmente le zone costiere e lagune con acque tiepide, ma spesso si può incontrare in mare aperto, può spingersi a grandi distanze (240 km dalla costa) e profondità (oltre 100 m).

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

Generalmente è attiva durante tutto l'anno, compie migrazioni in base alla temperatura dell'acqua, per esempio nel Mediterraneo è maggiormente presente in Estate per alimentarsi ma scende verso le coste africane durante l'Inverno. Può essere soggetta a periodi di ibernazione, anche se non è ancora chiaro cosa regola questa condizione.

Tranne le femmine in stadio riproduttivo, che vanno a deporre nelle spiagge, Caretta caretta passa l'intera vita in acqua, affiorando in superficie per respirare e beneficiare dei raggi del sole. Può rimanere in apnea diverse ore perchè tollera un alto contenuto di anidride carbonica nel sangue, e può rallentare molto il metabolismo, tanto da non necessitare di grandi quantità di ossigeno. A quanto pare, le tartarughe marine hanno la capacità di scambiare ossigeno con l'acqua del mare attraverso la pelle e la mucosa della cloaca.

CARATTERISTICHE FISICHE

Fisicamente è l'espressione dell'adattamento alla vita marina, anche se l'assenza di branchie e la riproduzione legata alla terra ferma rimangono due "handicap". Il carapace non è bombato, come nella maggior parte delle tartarughe, ma perfettamente idrodinamico; le zampe si sono trasformate in vere e proprie pinne (dotate di due unghie), quelle anteriori sono usate per la propulsione e quelle posteriori come timone, il tutto a favore del nuoto. A differenza delle tartarughe terrestri e d'acqua dolce, Caretta caretta, come tutte le specie marine, non può retrarre la testa e gli arti all'interno del carapace, inoltre, non può alzare il suo corpo da terra quindi è costretta a strisciare sulla terraferma in occasione delle deposizioni.

Il carapace degli adulti mediamente è di 115 cm, ma può superare i 200 cm, il peso varia in media dai 100 ai 150 kg. La colorazione varia dal bruno, al rosso caffè, all'olivastro, mentre il piastrone e il ponte (che lo unisce al carapace) sono di colore più chiaro, tendente al giallo, soprattutto negli esemplari adulti. La testa presenta 2 paia di squame postorbitali.

Le sue forti mascelle, rivestite da una lamina cornea che forma una specie di becco, le permettono di frantumare con facilità anche la più dura corazza di un'aragosta.

E' distinguibile dalle altre tartarughe marine per le dimensioni della testa, molto grande in proporzione al corpo, e per la presenza di 5 scuti costali.

DIMORFISMO SESSUALE

I maschi presentano rispetto alle femmine, una coda più larga alla base e nettamente più lunga. Altra caratteristica dei maschi è rappresentata da unghie più grandi e robuste.

ALIMENTAZIONE

E' una specie principalmente carnivora, ma non disdegna cibi vegetali come alghe e spugne. La dieta comprende vari crostacei, molluschi e pesci. I piccoli si nutrono principalmente di plancton.

I tempi di digestione si aggirano in media intorno alle 122 ore.

RIPRODUZIONE

Gli accoppiamenti avvengono vicino alla costa, in prossimità delle spiagge scelte per la nidificazione. I maschi solitamente aspettano le femmine affaticate dalla deposizione, più vulnerabili e poco disposte a opporre resistenza.

Le femmine, che raggiungono la maturità sessuale intorno ai 20-25 anni, depongono nelle stesse spiagge in cui sono nate, o comunque nello stesso areale costiero. Il nido che ospiterà le uova viene scavato inizialmente con le zampe anteriori, terminato con quelle posteriori e infine chiuso nuovamente con le anteriori. La sua profondità è proporzionale più o meno alla lunghezza delle zampe posteriori, e generalmente di 50-60 cm.

Le femmine non depongono tutti gli anni. Ogni deposizione, che può avvenire ad intervalli di almeno 15 giorni dall'altra, può comprendere fino a 200 uova, e all'interno dello stesso anno possono avvenire mediamente 3 deposizioni ad esemplare. Le uova si presentano di forma circolare e flessibili, in modo da evitare che si rompano al contatto con le altre.

Come in tutte le tartarughe, la temperatura di incubazione influenza il sesso dei nascituri. Il periodo di incubazione è in media di 60 giorni. Quando i piccoli rompono il guscio, misurano circa 50 mm, e incominciano la salita verso la superficie preferibilmente di notte, in modo da ridurre il pericolo predazione. Quando raggiungono la superficie si incamminano verso il mare, orientandosi con il riflesso della luna e delle stelle; le piccole tartarughe sono infatti "fototrope".

La composizione e la granulometria della sabbia, il ricordo visivo della spiaggia, della costa e dell'orizzonte, la disposizione delle stelle e la salinità del mare, memorizzate dai piccoli, farà sì che gli adulti localizzeranno le spiagge nelle quali sono nati per ritornare a deporre.

Tra i piccoli che raggiungeranno il mare con successo, soltanto una bassissima percentuale di questi arriverà all'età adulta (1-8 su mille). Questa specie è molto longeva, vive in media 50 anni, ma può anche raggiungere gli 80 o più anni.

NOTE

Caretta caretta è la tartaruga marina più diffusa nel Mar Mediterraneo. La situazione in Italia comunque è abbastanza triste, generalmente si registrano 20-40 nidi per anno. Le aree di maggiore nidificazione sono le coste a Sud della Sicilia (Lampedusa, Linosa, Eraclea, Comiso),  della Calabria (Brancaleone) e occasionalmente della Campania.

Autore: Enrico Di Girolamo ©

Pubblicato in Tartarughe marine
Giovedì, 19 Giugno 2014 18:24

Terrapene carolina triunguis

Terrapene carolina triunguis

Tartaruga scatola comune a tre dita

Specie Palustri

Common box turtle / Allgemeine dosenschildkröte
Agassiz - 1857

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = EMYDIDIAE
Genere = MANOURIA
Specie = TERRAPENE CAROLINA

STATUS GIURIDICO
Inclusa in App.II CITES.

TASSONOMIA
Terrapene carolina comprende le sei seguenti sottospecie:
1. - T. c. bauri,
2. - T. c. carolina,
3. - T. c. major,
4. - T. c. mexicana,
5. - T. c. triunguis,
6. - T. c. yucatana.

DISTRIBUZIONE
Come tutte le Terrapene è originaria del Nuovo Mondo. In particolare questa sottospecie ha un range di distribuzione che si estende dal Missouri all' Alabama fino al Texas. Essa, assieme alla T.c.carolina, è la sottospecie che copre il maggiore areale di distribuzione.

HABITAT
L' habitat naturale di questa specie è abbastanza vario ma caratterizzato sempre da una elevata umidità. Si possono infatti rinvenire esemplari in boscaglie, radure, praterie, campi o zone paludose.
Questo animale ama gli ambienti umidi a clima temperato caratterizzati da sporadici temporali in corrispondenza dei quali,prima e dopo, si verifica la maggiore attività di ricerca di cibo ed accoppiamento.
In questi ambienti essa passa molto tempo interrata a diversi centimetri di profondità in terriccio molto umido o fangoso.
Queste tartarughe non sono grandi esploratori e rimangono localizzati in territori non eccessivamente ampi che comprendono sempre acquitrini o specchi d'acqua dove si aggirano spesso durante la stagione calda e dove non esitano a tuffarsi.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
E' maggiormente attiva di primo mattino e di sera, se le giornate non sono troppo calde è attiva anche nelle ore centrali del giorno ma la maggiore attività si registra dopo una abbondante pioggia.
Nelle giornate più calde rimane all'ombra di cespugli o interrata a 10-20 cm di profondità ove l'umidità è maggiore.
Queste tartarughe sono molto attivi rispetto ad altre e vivono anche in piccoli gruppi caratterizzati da 3-5 femmine per ogni maschio.
Durante il periodo riproduttivo si possono verificare scontri anche cruenti tra maschi e l'atto riproduttivo è comunque sempre preceduto da morsi agli arti ed alla corazza della femmina.
Essendo specie particolarmente attaccabrighe è meglio tenere i maschi separati almeno nel periodo riproduttivo.

CARATTERISTICHE FISICHE
Il carapace di questa tartaruga è molto arcuato e di colore che può variare da marroncino ad olivastro con una lunghezza di 15-18 centimetri.
Il piastrone è caratterizzato da una sola cerniera centrale che permette all'animale di chiudersi ermeticamente ritraendo all'interno del carapace zampe, testa e coda. Da questa particolarità deriva il suo nome comune "tartaruga scatola".
Questo particolare meccanismo di difesa, la cerniera, non è presente alla nascita dei piccoli ma si sviluppa e diventa funzionale a circa due anni di vita.
Un'altra particolare caratteristica di questa specie è la colorazione dei maschi adulti che possono avere le zampe anteriori, il collo e la testa di color rosso acceso, arancione o più raramente giallo intenso.
Inoltre, questi ultimi, presentano una caratteristica colorazione arancio scuro dell'iride. Infine, questa sottospecie, come è facilmente intuibile dal nome scientifico, presenta quasi sempre tre dita negli arti posteriori, in rari casi ,invece, le dita possono essere anche quattro.

DIMORFISMO SESSUALE
Il dimorfismo sessuale è spesso evidente in questa sottospecie ma non sempre.
La maturità sessuale viene raggiunta a circa 8-9 anni ed a questa età è spesso evidente la maggiore dimensione della coda nel maschio ed in particolare la coda oltre ad essere più lunga ha anche una base più larga e l'apertura cloacale è maggiormente verso l'estremità.
In questa sottospecie i maschi poche volte presentano il piastrone convesso come invece avviene nelle altre sottospecie.
Per quanto riguarda le femmine esse presentano a volte un carapace maggiormente arrotondato ed hanno le unghie degli arti posteriori più sottili e diritte del maschio nel quale sono spesse, robuste ed uncinate.
Infine non è raro osservare, dopo il settimo-ottavo anno di vita, il maschio pronunciare il pene all'esterno della cavità cloacale.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Questa specie, come tutte le Terrapene ed in particolar modo Terrapene ornata, non è consigliata ai neofiti.
Essa può essere alloggiata sia in ternario che all'aperto quando le temperature lo permettono.
Per la sistemazione all'aperto bisogna ricordare di predisporre un ampio recinto con il perimetro ben interrato in profondità in quanto questa tartaruga ama scavare e potrebbe così facilmente evadere.
All'interno del recinto deve essere presente un rifugio e diverse piante per far si che l'animale trovi riparo dal sole e una giusta umidità.
Non deve poi mancare un recipiente d'acqua, ove le tartarughe possano bere ed immergersi, che deve essere mantenuto pulito in quanto questi animali defecano spesso in acqua e si trasportano terra e detriti nel recipiente.
Infine almeno una o due volte al giorno occorre annaffiare il recinto con lo scopo di inumidire piante e terreno per mantenere elevata l'umidità durante la giornata.
Quando le temperature scendono sotto i 18 °C è indispensabile alloggiare le tartarughe in un ternario interno riscaldato.
Il ternario di discrete dimensioni deve avere un substrato di terriccio e foglie spesso inumidito di profondità tale da permettere agli animali di interrarsi completamente.
L'umidità ambientale deve rimanere in un range di circa 60-80% e la temperatura media deve essere di 24-26 °C con un punto caldo a 30-32 °C ed una zona più fresca.
Oltre a tutto questo non bisogna dimenticare l'indispensabile contenitore per l'acqua ed una lampada con spettro di emissione UVA e UVB.
Per questa tartaruga è inoltre indispensabile un periodo di latenza non solo per una buona salute ma anche per incentivare la riproduzione.

ALIMENTAZIONE
Come tutte le sottospecie di Terrapene anche la triunguis presenta una limentazione onnivora che comprende sia vegetali come quelli per testuggini terrestri sia lombrichi, lumache, insetti ecc.
La caratteristica fondamentale della dieta di questa tartaruga è la varietà di alimenti da somministrare possibilmente sempre freschi e di buona qualità. Per quanto riguarda i neonati per il primo anno di vita circa essi sono quasi esclusivamente carnivori e solo dopo incominciano ad accettare vegetali.
E' importante integrare l'alimentazione con prodotti multivitaminici specifici una volta ogni due o tre settimane ed inoltre è fondamentale lasciare a disposizione degli animali un osso di seppia opportunamente privato del rivestimento corneo con lo scopo di fornire una giusta quantità di calcio.

RIPRODUZIONE
Le fasi di accoppiamento iniziano in primavera e si possono protrarre fino a settembre. Durante queste fasi il maschio si approssima alla femmina con movimenti circolari e mordendola agli arti ed al margine posteriore del carapace.
Una volta iniziato l'atto il maschio rimane "agganciato" alla femmina per parecchie ore in posizione quasi rovesciato. La deposizione delle uova, da tre a cinque per covata, avviene in terriccio soffice ed umido in una buca di circa 10 centimetri di profondità che verrà meticolosamente ricoperta e mimetizzata dalla femmina.
Le uova possono essere deposte anche a grande distanza temporale in quanto la femmina è in grado di conservare lo sperma del maschio per circa tre anni in una speciale sacca e depositare uova feconde anche molto tempo dopo l'accoppiamento.
L'incubazione delle uova richiede un tasso di umidità di circa 92-94 % e temperatura compresa tra i 26 °C e i 30 °C. In queste condizioni le uova schiudono in 70-90 giorni dando alla luce piccoli di 6-8 grammi e 3 centimetri di lunghezza.
I piccoli vanno mantenuti in un ambiente umido con terriccio ed abbondante muschio dove possano agevolmente interrarsi e bere in un basso contenitore di acqua che deve essere sempre pulita.
L'alimentazione dei piccoli fino ai due anni di vita circa è quasi prevalentemente carnivora mentre dopo è analoga agli adulti.
Particolare caratteristica dei piccoli alla nascita è che non presentano la cerniera nel piastrone e hanno una carapace con disegni e linee che spariscono con l'età.

NOTE
Questa specie è in diminuzione sia per le catture ma soprattutto per la diminuzione del suo habitat sottratto dall'esplosione demografica e dall'edificazione nell'areale originario.
Gli esemplari di cattura sono spesso debilitati, malati e con infezioni parassitarie. Come tutte le Terrapene non è comune in commercio e i pochi esemplari che si trovano sono spesso di pochi mesi di vita e quindi maggiormente sconsigliati al neofita.
Bisogna infine ricordare di maneggiare con attenzione queste tartarughe in quanto è possibile rimanere intrappolati con le dita tra il piastrone ed il carapace quando l'animale si ritrae.
Se pur di piccole dimensioni il carattere mordace e la forza dell'animale rendono l'operazione di liberazione particolarmente dolorosa e prolungata.

Autore: Matteo Dovesi
Pubblicato in Tartarughe palustri
Giovedì, 19 Giugno 2014 18:22

Rhinoclemmys pulcherrima

Rhinoclemmys pulcherrima

Tartaruga di foresta dipinta

Specie Palustri

Grey 1855

CLASSIFICAZIONE
Ordine: Testudines
Sottofamiglia: CRYPTODIRA
Famiglia: Geomydidae
Genere : Rinoclemmys
Specie: PULCHERRIMA

STATUS GIURIDICO
Non è elencata in CITES nè nella Red List IUCN

TASSONOMIA
Rinoclemmys pulcherrima comprende le seguenti quattro sottospecie:
1. R. p. pulcherrima
2. R. p. incisa
3. R. p. manni
4. R. p. rogerbarbouri

DISTRIBUZIONE
L'areale di distribuzione di questa tartaruga comprende la parte orientale di Guatemala ed Honduras, Sonora (nel Messico) per arrivare fino al Costa Rica.

HABITAT
Rinoclemmys pulcherrima ha abitudini prevalentemente terrestri, in natura possiamo trovarla in boschi tropicali, sia di tipo umido che di tipo secco, nonché in pascoli molto umidi e ricchi di vegetazione. Durante la stagione asciutta, resta in prossimità di piccoli corsi d'acqua o di pozze. Quando, invece, non le è possibile stabilirsi in zone dove siano presenti corsi d'acqua, sopperisce alla mancanza di umidità cercando rifugio in zone ombreggiate e ricche di vegetazione. E' una tartaruga particolarmente attiva durante le giornate piovose.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
Rinoclemmys pulcherrima è una tartaruga piuttosto timida e schiva; non esita a nascondersi appena avverte un potenziale pericolo. Non è raro, però, che esemplari nati in cattività o molto ben adattati alla stessa si dimostrino meno timidi.
Essendo di indole particolarmente mite, è possibile allevare esemplari adulti in gruppi composti sia da maschi che da femmine, a patto che gli spazi di allevamento siano sufficientemente grandi per ospitare gli animali.

CARATTERISTICHE FISICHE
Rhinoclemmys pulcherrima presenta diversità di colorazione sostanziali nelle diverse sottospecie; qui di seguito verranno descritte le caratteristiche fisiche delle due sottospecie più diffuse, R. p. incisa e R. p. manni. Rhinoclemmys pulcherrima incisa o "tartaruga di foresta bruna", arriva ai 20 cm di lunghezza media, le femmine sono un po' più grandi rispetto ai maschi. Il carapace di questa tartaruga presenta una colorazione decisamente meno appariscente in confronto a quello della Rinoclemmys Pulcherrima Manni. Di color marrone bruno o olivastro, presenta una carena mediana. Il piastrone è solitamente di colore giallo-arancio, con una evidente macchia centrale di colore marrone o nero, che si sviluppa per tutta la lunghezza del piastrone stesso. La testa, marrone-nero o verdastra, presenta linee rosse o arancio brillante con contorni neri, la mandibola e il mento sono di colore giallo. Rhinoclemmys pulcherrima manni o "tartaruga di foresta ornata", è la sottospecie decisamente più colorata. Il carapace presenta scuti colorati da ocelli concentrici di vari colori, giallo oro, rosso-arancio, nero e ambrato. Il piastrone come per R. p. incisa va dall'ambrato all'arancio, anche qui con l'ampia striscia nera al centro, che può talvolta dividersi in strisce ambrate più strette. La pelle delle zampe, del collo e della testa e della coda può essere colorata o tendente al nero, le parti più morbide sono solitamente striate di rosso, contornato di nero. Questa colorazione così vistosa spiega il perché del nome dato dagli inglesi di " tartaruga Centro-Americana ornata dei boschi", mentre in tedesco viene definita "lussuosa tartaruga di terra". Ma è il termine latino, pulcherrimus cioè meraviglioso, prezioso, che fuga ogni dubbio.


DIMORFISMO SESSUALE
Il maschio raggiunge una taglia leggermente inferiore, 18 centimetri contro i 20 della femmina. La coda del maschio è più grossa e spessa e l'apertura cloacale si trova ben oltre il margine del carapace. Nella femmina, la coda è più piccola e l'apertura cloacale sotto il bordo del carapace. Il piastrone del maschio è piatto e non concavo come per alcune specie.


MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Il mantenimento in cattività di questa tartaruga è piuttosto semplice, ma solo dopo che gli animali si sono ambientati. Non è raro, infatti, che gli esemplari d'importazione, che si possono reperire nei negozi specializzati, siano fortemente stressati e pesantemente parassitati.
Per quanto riguarda la stabulazione di Rhinoclemmys pulcherrimaall'interno di abitazioni, è necessario predisporre un terrario di buone dimensioni (specialmente se si vuole allevare un gruppetto di animali adulti composto da cinque o sei unità), costruito con materiali resistenti all'acqua o trattato in modo da renderlo impermeabile, considerato il fatto che questa specie ama particolarmente l'umidità. Per ricrearla, sarà necessario nebulizzare spesso con acqua tiepida.
Il substrato più comunemente usato è un mix composto da torba di sfagno, sfagno e foglie, posto preferibilmente su uno strato di argilla espansa, che favorirà il drenaggio in caso di eccessiva umidità del substrato stesso. Infine, è possibile ricoprire il tutto con uno livello di corteccia per la pacciamatura delle aiuole, non trattata. Rhinoclemmys pulcherrimaapprezzerà questo tipo di substrato morbido e facilmente scavabile dato che ama particolarmente interrarsi durante la giornata. Il terrario potrà essere completato inserendo delle piante vere, che contribuiranno a mantenere una elevata percentuale di umidità, oltre che a fungere da riparo per le nostre tartarughe.
Essendo Rhinoclemmys pulcherrima una grande amante dell'acqua, non deve mancare un ampio recipiente, non troppo profondo, in modo che le tartarughe possano immergersi. L'acqua dovrà essere cambiata quotidianamente, dal momento che gli animali, oltre che a berla, vi saranno immersi per la maggior parte del tempo, sporcandola con le feci e con il terriccio del terrario.
Per quanto riguarda temperature ed illuminazione, questa tartaruga deve essere allevata a temperature che vanno dai 24° ai 28° di giorno, mentre la notte la temperatura può scendere fino a 20°. Si potranno utilizzare delle lampade tipo spot con un wattaggio compreso tra i 45 e i 60 watt, per creare anche una zona più calda con una temperatura di 35°, in modo che gli animali possano termoregolare il loro corpo scegliendo la temperatura a loro più gradita. E' necessario fornire anche una dose di raggi UVA-UVB, sarà quindi fondamentale, per avere sempre animali in salute, installare nel terrario una lampada al neon o compatta che fornisca appunto UVA-UVB.
Nella bella stagione, è possibile allevare questa tartaruga all'aperto, costruendo un recinto con terriccio morbido e mucchi di foglie per permettere agli animali di nascondersi, oltre che a piante e cespugli bassi. Non deve mai mancare un recipiente basso con l'acqua dove la tartaruga possa immergersi, che potrà ospitare delle piante acquatiche tipo riccia, pistia, trapa e eichhornia, utilizzate sia come nascondiglio che come cibo. E' importante infine che anche il recinto venga mantenuto umido e non sia posto in un punto del giardino eccessivamente soleggiato.
Rhinoclemmys pulcherrima è una tartaruga che non va in letargo, quindi per chi decidesse di allevarla è importante sapere che richiederà un impegno continuo per tutto il periodo dell'anno. Alcuni siti internet riportano notizie relative a "periodi di bruma controllata", che alcuni allevatori fanno fare ai loro animali nel periodo invernale, portando la temperatura ambientale intorno ai 16° per un periodo di 40-60 giorni. Questi allevatori sostengono che così facendo, i loro riproduttori, una volta svegliati, sono più inclini al corteggiamento e alla riproduzione.

ALIMENTAZIONE
Si tratta di una tartaruga onnivora, ma con una spiccata preferenza per una dieta vegetariana. Mantenendola in cattività, è consigliabile non somministrare più di un 10% di alimenti di origine animale, al fine di non causare danni da eccesso proteico. I vegetali da offrire prevalentemente sono erbe selvatiche come il tarassaco, la piantaggine, alcuni tipi di verdure a foglia come la romana, l'indivia, oppure il pomodoro e la carota grattugiata; per quanto riguarda la frutta è buona cosa offrire frutti maturi, tra i quali mela, melone, in dosi minori banana, mango e pera. Si è rilevato che Rhinoclemmys pulcherrima tende a preferire verdure ed erbe piuttosto che frutta. Gli alimenti di origine animale da somministrare sono lombrichi, grilli e chiocciole, nonché pesci come latterini e pollo cotto. Saltuariamente possiamo offrire a questa specie i mangimi per rettili che si trovano in commercio, al fine di variare ed integrare la dieta. E' importante infine lasciare a disposizione degli animali un osso di seppia, le tartarughe se ne ciberanno per assumere la dose di calcio adeguata alle loro esigenze.


RIPRODUZIONE
Gli accoppiamenti avvengono spesso in acque basse, in natura la deposizione avviene da maggio a dicembre. Vengono deposte da 3 a 5 uova per volta, con un massimo di cinque deposizioni all'anno. Il periodo di schiusa va dai 115 ai 186 giorni. In cattività, le riproduzioni avvengono solitamente da settembre a dicembre. Vengono deposte una o due uova allungate, queste ultime dovranno essere incubate a 28°-30° su un substrato di vermiculite e sfagno, mantenuti ad umidità elevata che dovrà attestarsi intorno al 90%. Il periodo necessario alla schiusa delle uova è piuttosto variabile e va dai 60 ai 90 giorni. Va ricordato che in natura le uova sono naturalmente sottoposte ad un periodo di diapausa di circa tre mesi, tale periodo può essere replicato in cattività a 22°. Il segno che le uova sono fertili è rappresentato dalla comparsa di una zona chiara a un'estremità, causata dall'espansione del sacco vitellino.


NOTE
In commercio sono reperibili quasi esclusivamente animali di cattura o di farm. Al momento dell'acquisto, bisognerà valutare attentamente lo stato di salute degli animali, in quanto possono risultare spesso debilitati e molto parassitati. E' importante inoltre verificare lo stato in cui versano carapace e piastrone e che non presentino tracce di necrosi o muffe.Rhinoclemmys pulcherrima non è, contrariamente a quanto si possa pensare, un animale di facile allevamento, in quanto necessita di cure minuziose e precise, non è quindi una tartaruga adatta ai neofiti.
Come già detto in precedenza è di libera vendita e non in CITES.


Autore: Alessandro Govoni

Foto: Alessandro Govoni, Andrea Romano, Enrico Di Girolamo

Pubblicato in Tartarughe palustri
Giovedì, 19 Giugno 2014 18:19

Emys orbicularis

Emys orbicularis

Testuggine d'acqua o palustre

Specie Palustri

European Pond Terrapin; European Pond Turtle
Linneus 1758

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = EMYDIDAE
Specie = EMYS ORBICULARIS

La classificazione di questa specie è attualmente in via di definizione, sono state identificate diverse sottospecie:

1. E. o. orbicularis LINNAEUS 1758
2. E. o. capolongoi FRITZ 1995
3. E. o. colchica FRITZ 1994
4. E. o. eiselti FRITZ et al. 1998
5. E. o. fritzjuergenobsti FRITZ 1993
6. E. o. galloitalica FRITZ 1995
7. E. o. hellenica VALENCIENNES 1832
8. E. o. hispanica FRITZ, KELLER & BUDDE 1996
9. E. o. iberica EICHWALD 1831
10. E. o. ingauna JESU et al. 2004
11. E. o. lanzai FRITZ 1995
12. E. o. luteofusca FRITZ 1989
13. E. o. occidentalis FRITZ 1993
14. E. o. persica EICHWALD 1831

STATUS GIURIDICO
E' compresa nella Convenzione di Berna, che ne vieta la detenzione e la vendita.

DISTRIBUZIONE
E' presente in tutta l'Europa continentale esclusi i paesi scandinavi, nella ex Unione sovietica, nei paesi costieri del nord ovest dell'Africa, nella penisola turca e nei paesi asiatici che costeggiano il mar Caspio.
Nelle penisola iberica ed in quella balcanica convive con Mauremys caspica, l'unica altra testuggine acquatica presente in Europa.
E' l'unica specie di testuggine acquatica presente naturalmente nelle acque italiane, è presente in tutte le regioni continentali (ad esclusione della Valle d'Asta e delle altre zone montagnose alpine ed appenniniche) e nelle isole maggiori.
La distribuzione è comunque sporadica e frammentata, è più abbondante nella pianura padana e nelle zone paludose della maremma toscana, nel Lazio e nella Campania, è quasi estinta in Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.
Nei secoli scorsi è stata cacciata dall'uomo per scopi alimentari, oggi la minaccia principale è legata alla progressiva scomparsa del habitat naturale per cause quali il prosciugamento delle zone umide e la regimazione dei corsi d'acqua.
Risentono inoltre, come del resto tutto l'ecosistema acquatico, del progressivo inquinamento delle acque, in particolare della immissione negli ambienti acquatici di sostanze tossiche quali i pesticidi ed i diserbanti.
Sono anche danneggiate da pratiche agricole quali lo sfalcio meccanico della vegetazione riparia; in questo modo possono essere distrutti i nidi e feriti gli adulti.
Infine anche la pesca può causare dei danni alle testuggini: le Emys possono ingerire gli ami da pesca o restare intrappolate nelle reti, rischiando di morire affogate.

HABITAT
Si trova in stagni, paludi, fiumi e canali con vegetazione acquatica abbondante; si può trovare anche nei torrenti ma preferisce generalmente le zone dove la corrente è più lenta.
Vive anche nelle acque salmastre quali le foci dei fiumi e le lagune costiere.
La si trova anche in ambienti artificiali quali invasi per irrigazione ed i laghetti all'interno dei parchi cittadini.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
A seconda delle regioni e dell'andamento climatico, sono attive da Febbraio/Marzo ad Ottobre/Novembre; trascorrono il rimanente periodo invernale in uno stato di ibernazione quasi totale.
Durante questo periodo le testuggini si rifugiano in una tana costituita da un anfratto tra la vegetazione acquatica o tra le rocce o il fango del fondo senza muoversi se non per portarsi alla superficie per respirare ogni 4 -5 ore circa.
In alcuni casi la tana per l'inverno non è sommersa ma scavata nel terreno o tra le radici della vegetazione, comunque sempre a poca distanza dall'acqua.
La fine del periodo di ibernazione avviene quando la temperatura dell'acqua raggiunge almeno i 10°C.
Nei paesi africani le Emys sono attive tutto l'anno, eventualmente se il caldo estremo dell'estate prosciuga il corso d'acqua in cui vivono, sospendono la loro attività e cercando riparo nelle tane in attesa della pioggia.
Le Emys sono una specie palustre e non sono ottime nuotatrici se paragonate ad altre specie di testuggini acquatiche.
Sono comunque fortemente legate all'ambiente acquatico e impiegano il loro tempo in parte cercando il cibo nelle zone di acqua bassa ricche di vegetazione vicino alle sponde ed in parte riscaldandosi al sole sulle rive o su radici o tronchi galleggianti.
Sono animali piuttosto timidi ed al primo segnale di disturbo si rifugiano in acqua.
Sono animali abbastanza abitudinari sia per quello che riguarda le zone di ricerca del cibo che per le zone in cui si riscaldano al sole; quando scelgono il rifugio da utilizzare come tana notturna o per trascorrere l'inverno, poi continuano ad utilizzarlo negli anni successivi fino a quando questo è disponibile.
A volte è possibile incontrare esemplari di Emys orbicularis lontano dall'acqua fino a qualche chilometro; questi spostamenti sono generalmente legati al periodo riproduttivo, quando i maschi vanno alla ricerca delle femmine o le femmine vanno in cerca di un luogo ideale dove deporre le uova.
In altri casi questi spostamenti sono causati dal prosciugamento del corso d'acqua in cui gli esemplari vivono.
Gli esemplari adulti di Emys orbicularis non hanno predatori in natura, i piccoli fino ad un paio di anni di età possono invece essere prede sia degli uccelli acquatici che di pesci predatori.
Di regola le Emys vivono in colonie e la convivenza è pacifica; durante il periodo riproduttivo si possono avere degli scontri, comunque incruenti, tra i maschi.

CARATTERISTICHE FISICHE
I maschi raggiungono mediamente una lunghezza di 15/18 cm, le femmine 20/22 cm; alcuni esemplari nord-africani possono raggiungere una taglia massima di 35 cm; anche le popolazioni nordiche (Germania, Danimarca, Polonia) raggiungono dimensioni notevoli (dai 20 fino a 30 cm di lunghezza del carapace) ed il loro colore è particolarmente scuro, quasi nero.
Il carapace è appiattito e ovale, il colore di fondo è molto variabile, va dal giallo sabbia, al verde più o meno scuro, al grigio scuro fino al nero.
Sono presenti numerose punteggiature o striature gialle.
Il colore della pelle della testa e degli arti è anch'esso variabile dal giallo al verde più o meno scuro, al grigio, anche sulla pelle sono presenti punteggiature gialle.
Il piastrone è giallo sabbia uniforme con scarse venature più scure.
Il piastrone è leggermente mobile sia nella parte superiore che in quella inferiore.
Le differenze maggiori tra le varie sottospecie geografiche di Emys orbicularis riguardano le dimensioni, la forma e la colorazione del carapace.
Le Emys italiane di dimensioni maggiori sono quelle provenienti dalla pianura padana (di colore verde scuro e carapace bombato) e quelle provenienti dalla Sicilia (di colore chiaro, a volte di un giallo sabbia omogeneo), le popolazioni meridionali hanno generalmente dimensioni minori, colore più chiaro e carapace più appiattito.

DIMORFISMO SESSUALE
I maschi hanno dimensioni minori delle femmine e la loro coda è leggermente più lunga di quella delle femmine.
E' comunque una specie caratterizzata dalla presenza di una coda piuttosto lunga sia nei maschi che nelle femmine; la coda misura infatti circa la metà della lunghezza complessiva dell'animale negli esemplari adulti.
In particolare la coda dei maschi è più grossa di quella delle femmine nella parte iniziale (tra l'attaccatura al corpo e l'apertura della cloaca).
Il piastrone è piatto nelle femmine e concavo nei maschi, per facilitare l'accoppiamento.
Il guscio nelle femmine è generalmente più alto di quello dei maschi e di forma rotondeggiante, mentre nei maschi è più stretto anteriormente e slargato posteriormente.
La pelle nelle femmine è più colorata rispetto ai maschi; la testa, in particolare, è più picchiettata in giallo e la mascella è spesso completamente gialla mentre nei maschi la mascella è nera e la testa spesso priva di punteggiature gialle.
Mentre in alcune specie acquatiche (ad esempio Trachemys scripta elegans) le unghie delle zampe anteriori dei maschi sono notevolmente più lunghe di quelle delle femmine, nelle Emys orbicularis questa differenza non è presente.
I sessi sono comunque distinguibili abbastanza tardi, ad almeno 5 anni di età.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Non è consentito essendo una specie protetta; gli eventuali esemplari che possono trovarsi in commercio devono essere muniti di certificato CITES che attesti la regolare importazione.

ALIMENTAZIONE
Principalmente carnivore, si cibano praticamente di tutto quello che riescono a cacciare o a raccogliere (girini, insetti acquatici, molluschi, crostacei, invertebrati acquatici, pesci od altri organismi morti, etc), si cibano comunque anche di vegetazione acquatica.
Nonostante abbiano fama di essere predatrici di pesci, e di conseguenza vengano a volte ritenute nocive per la fauna ittica, in realtà le Emys non sono sufficientemente abili nel nuoto da riuscire a catturare pesci vivi e si cibano quindi solo di pesci morti o comunque già ammalati o feriti. Le Emys si alimentano esclusivamente in acqua.

RIPRODUZIONE
L'uscita dalla ibernazione invernale coincide con l'inizio della attività riproduttiva anche se il maggior numero di accoppiamenti avviene nei mesi primaverili.
L'accoppiamento avviene completamente in acqua: il maschio si aggrappa alla femmina facendo presa con le unghie dei quattro arti ai bordi del carapace della femmina.
Poi inizia un corteggiamento fatto di leggeri morsi e colpetti del muso sul collo e sulla testa della femmina mentre con la coda "blocca" la coda della femmina per facilitare l'accoppiamento.
Durante questa attività, che può durare qualche ora, il maschio è completamente "passeggero" della femmina e si lascia trasportare da questa.
L'accoppiamento è generalmente incruento.
Dopo circa un mese e mezzo dall'accoppiamento, la femmina sceglie un luogo, sempre in prossimità delle rive, per la deposizione delle uova: con le zampe posteriori scava una buca profonda dai 5 ai 15 cm e durante lo scavo ammorbidisce il terreno bagnandolo con l'urina.
Non sempre il primo scavo è quello in cui avviene la deposizione, a volte le femmine compiono vari tentativi prima di localizzare il punto giusto.
Di solito le uova vengono deposte tra le radici della vegetazione (dove la terra è più morbida) ma sempre in posizione tale da garantire una buona esposizione ai raggi solari.
Generalmente lo scavo del nido e la deposizione delle uova vengono effettuati durante la notte (e questa è l'unica attività notturna di una specie completamente diurna) o nelle prime ore del mattino.
Nelle regioni a clima caldo le femmine possono compiere fino a 3 deposizioni nel periodo da maggio a luglio.
Per ogni deposizione vengono deposte da 5 a 10 uova a seconda della taglia della femmina; le uova hanno forma ellittica e guscio rigido.
Dopo circa 80-90 giorni nascono i piccoli, essi sono dotati di un "dente dell'uovo" che poi scomparirà, che serve loro per rompere il guscio.
Se la deposizione delle uova è stata tardiva o il clima non sufficientemente caldo, i piccoli possono uscire dall'uovo la primavera successiva alla deposizione.
I neonati sono di dimensioni ridotte (2 cm circa), hanno il carapace rotondeggiante e la coda molto lunga rispetto alle dimensioni del corpo.
L'accrescimento di questa specie è piuttosto lento, soprattutto nelle zone più a nord della sua area di distribuzione; la maturità sessuale viene raggiunta a 6-8 anni per i maschi (ad una taglia 8-10 cm) e qualche anno dopo per le femmine (oltre i 10 cm); è comunque una specie particolarmente longeva, in natura vive
tranquillamente oltre i 30 anni, in cattività oltre i 60-70 anni (sono segnalati anche casi di esemplari che superano il secolo di età).
Le femmine sono in grado di deporre uova fertili anche ad un paio di anni di distanza dall'accoppiamento.
Come in molte specie di rettili, il sesso dei neonati dipende dalla temperatura di incubazione: con temperature costanti tra i 23 e i 27°c nascono esclusivamente maschi, con temperature tra 30°-33°C nascono esclusivamente femmine, a temperature comprese tra questi due intervalli di temperatura nascono individui di entrambi i sessi.

Autore: Massimiliano Martignani
 
Pubblicato in Tartarughe palustri
Giovedì, 19 Giugno 2014 18:12

Cuora amboinensis

Cuora amboinensis

Tartaruga scatola malese

Specie Palustri

Schneider 1792

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = EMYDIDIAE
Genere = CUORA
Specie = CUORA AMBOINENSIS

STATUS GIURIDICO
Inclusa in App.II CITES.

TASSONOMIA
Cuora amboinensis comprende le tre seguenti sottospecie:
1. - C. a. amboinensis,
2. - C. a. kamaroma,
3. - C. a. couro.

DISTRIBUZIONE
La distribuzione geografica di questa specie comprende il Bangladesh, Assam, Burma, Thailandia, Vietnam, Malesia, Indonesia, Sulawesi, Filippine e l'isola di Amboina nelle Molucche dalla quale prende il nome. C. a. amboinensis si trova nelle Filippine, in Sulawesi e nelle Molucche, mentre C. a. couro a Sumatra e Giava.

HABITAT
Questa specie popola le zone acquatiche caratterizzate da un fondo morbido e fangoso con un lento scorrimento delle acque come risaie, stagni e paludi. I giovani esemplari sono quasi esclusivamente acquatici mentre gli adulti si recano anche sulla terraferma.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
Cuora amboinensis è una tartaruga di indole timida e riservata quindi con carattere mansueto che la porta a chiudersi o nascondersi al primo segno di pericolo.
Gli adulti possono essere tenuti insieme purché vi sia uno spazio adeguatamente esteso sia della parte emersa che acquatica in quanto i maschi adulti possono infliggere serie ferite sia alle femmine che ai maschi rivali.

CARATTERISTICHE FISICHE
Il carapace di questa tartaruga è molto arcuato per quanto riguarda le femmine, mentre risulta più appiattito nei maschi. Il colore può variare dal verde scuro al marrone mentre il piastrone può essere giallastro o marroncino chiaro con macchie nerastre disposte simmetricamente.
Come si può intuire dal nome comune il piastrone presenta una cerniera centrale che permette all'animale di chiudersi ermeticamente ritraendo all'interno del carapace zampe, testa e coda.
Questo particolare meccanismo di difesa, la cerniera, non è presente alla nascita dei piccoli ma si sviluppa e diventa funzionale dopo qualche anno di vita.
La pelle e di colore chiaro che va scurendosi verso l'estremità degli arti. La colorazione della testa è caratterizzata da una striscia di colore giallo più o meno accentuato che contrasta il colore marrone scuro di fondo.
Le femmine sono di maggiori dimensioni dei maschi e possono raggiungere i 25 cm di lunghezza e 1,5 Kg di peso.
Solitamente però le dimensioni non vanno oltre i 20 cm di lunghezza e 1,2 Kg di peso.
I maschi risultano più piccoli e sono caratterizzati da un carapace più "squadrato" e appiattino, inoltre il piastrone ha una concavità che può essere più o meno accentuata.

DIMORFISMO SESSUALE
Il dimorfismo sessuale è evidente in questa specie e la maturità sessuale viene raggiunta a circa 4-6 anni ed a questa età è spesso evidente la maggiore dimensione della coda nel maschio ed in particolare la coda oltre ad essere più lunga ha anche una base più larga e l'apertura cloacale è maggiormente verso l'estremità.
Per quanto riguarda le femmine esse presentano un carapace maggiormente arrotondato e largo ed hanno le unghie degli arti posteriori più sottili del maschio. La caratteristica maggiormente distintiva tra i sessi rimane comunque il piastrone che nel maschio è più o meno concavo mentre nelle femmine è sempre piatto.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Questa specie è una tartaruga palustre che vive, da adulta, anche fuori dall'acqua e può essere alloggiata sia in ternario che all'aperto quando le temperature lo permettono.
Per la sistemazione all'aperto bisogna predisporre un recinto con una parte di terreno soffice e sempre mantenuto umido ed un laghetto di dimensioni adeguate al numero di esemplari da alloggiare.
E' importante che l'acqua del laghetto non sia stagnante e che sia sempre pulita, inoltre è possibile coltivare piante acquatiche che oltre ad offrire un valido rifugio rappresentano anche cibo per gli animale.
Le piante acquatiche che si possono trovare sono le specie di Elodea, Eichhornia, Riccia, Pistia, Trapa e Nasturthium.
Quando le temperature scendono sotto i 18 °C è indispensabile alloggiare le tartarughe in un terrario interno riscaldato.
Il ternario di discrete dimensioni deve avere un substrato morbido e umido, l'umidità ambientale deve rimanere in un range di circa 60-70% e la temperatura media deve essere di 24-27 °C anche dell'acqua.
La parte emersa e quella acquatica devono avere circa la stessa estensione e l'acqua non deve essere molto profonda.
Oltre a tutto questo non bisogna dimenticare una lampada con spettro di emissione UVA e UVB. Questa tartaruga non necessita di un periodo di latenza.

ALIMENTAZIONE
Questa tartaruga è prevalentemente erbivora e le possono essere somministrati alimenti di origine vegetale quali zucchine, carote, peperoni, mele, pere, banane, kiwi, arance, fiori e mangimi di tipo vegetale.
Una volta ogni 10-15 giorni è possibile somministrare una piccola quantità di cibo di origine animale come lumache, pesci di acqua dolce o lombrichi.
E' importante integrare l'alimentazione con prodotti multivitaminici specifici una volta ogni due o tre settimane ed inoltre è fondamentale lasciare a disposizione degli animali un osso di seppia opportunamente privato del rivestimento corneo con lo scopo di fornire una giusta quantità di calcio.

RIPRODUZIONE
Gli accoppiamenti avvengono in acque basse e dopo qualche settimana la femmina depone generalmente due uova di discrete dimensioni (50mm x 30 mm). Eccezionalmente le uova in una covata possono essere anche cinque.
Le deposizioni si estendono da Aprile fino a Luglio e possono essere 3 o 4 intervallate da 35-50 giorni.
L'incubazione delle uova deve avvenire con temperature di 28-30 °C con una umidità del 95-98%. Dopo 70-85 giorni nascono i piccoli di circa 40mm di lunghezza e 13-15 grammi di peso. I piccoli sono quasi del tutto acquatici ed hanno una dieta analoga a quella degli adulti.

NOTE
Questa specie è in diminuzione sia per le catture a scopo alimentare che terroristico. Gli esemplari di cattura sono spesso debilitati, malati e con infezioni parassitarie.
Questa specie non presenta particolari necessità di allevamento e quindi non è di difficile gestione, bisogna però cercare di acquistare esemplari nati in cattività sia per limitare il depauperamento delle popolazioni indigene sia per avere una buona possibilità di adattamento e sopravvivenza dell'animale.
I problemi di salute che si possono presentare sono legati a patologie respiratorie, parassiti o dietologici.
Bisogna infine ricordare di maneggiare con attenzione queste tartarughe in quanto è possibile rimanere intrappolati con le dita tra il piastrone ed il carapace quando l'animale si ritrae. Viste le dimensioni raggiunte (20 cm) l'operazione di liberazione può essere particolarmente dolorosa e prolungata.

Autore: Matteo Dovesi
 
Pubblicato in Tartarughe palustri
Sabato, 10 Maggio 2014 16:15

Festa del centro di recupero

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