Geochelone (Chelonoidis) chilensis

Geochelone chilensis

Testuggine argentina o Chaco

Specie Terrestri

Chaco Tortoise/ Argentinische (Patagonische) Landschilkroten
Gray 1870

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = GEOCHELONE
Specie = GEOCHELONE CHILENSIS

STATUS GIURIDICO
E' compresa nella Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) in Appendice II.

DISTRIBUZIONE
Le varie sottospecie occupano una buona parte di Bolivia, Paraguay e tutta l'Argentina, sino alla Patagonia. Il nome scientifico originale, Chilensis, è in realtà ingannevole, dovuto ad un errore di classificazione, visto che in Cile la specie è assente.

HABITAT
Abita pianure e zone con scarsa vegetazione, soggette anche a temperature decisamente fredde (in Patagonia durante l'inverno la temperatura può scendere sotto zero).

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
E' attiva durante i mesi estivi, nutrendosi di erbe e altri vegetali.
Sembra accettare la presenza di propri simili senza combattimenti troppo violenti.
Durante l'inverno trascorre un periodo di "letargo" in profondi cunicoli, scavati da gli stessi esemplari o utilizzando buche scavate da altri animali.

CARATTERISTICHE FISICHE
Sono riconosciute 3 sottospecie:
1. Geochelone chilensis chilensis
2. Geochelone chilensis petersi
3. Geochelone chilensis donosobarrosi

Le differenze sono ancora poco chiare, alcuni considerano G. c. petersi semplicemente la forma giovanile di G. c. chilensis, altri che si tratti del maschio di G. c. chilensis.
Altri ritengono addirittura che G. c. donosobarrosi sia una specie separata e a se stante.
Anche le zone di distribuzione sono confinanti, in alcuni casi addirittura si sovrappongono.
Il difficile riconoscimenti dei caratteri sessuali accresce questa confusione.
Ci limiteremo a descrivere la forma classica.
Si tratta di una delle più piccole specie del genere Geochelone (la più piccola se si considera come
Chelonoidis), con una lunghezza massima del carapace di 40 cm, anche se in media raggiunge i 25-30 cm.
Il carapace è appiattito, non bombato come nella maggior parte degli altri Testudinidi.
Il colore del carapace è marrone, più o meno scuro da esemplare a esemplare.
Alcuni mostrano un anello più scuro attorno ad ogni scuto, altri invece una colorazione uniforme.
Il piastrone è marrone con delle forme "a triangolo" più scure, che ricordano il disegno di Testudo marginata.
La pelle e' marrone- giallastra con alcune scaglie più scure.

DIMORFISMO SESSUALE
Questa specie non presenta molte differenze tra i due sessi.
Fino al raggiungimento dell'età adulta è estremamente difficile riconoscere i maschi dalle femmine.
La taglia e' simile, dovremo fare riferimento unicamente alla coda, più lunga e grossa alla base nel maschio, e all'angolo formato dagli scuti del piastrone alla base della coda, che formano due linee rette e un angolo aperto nei maschi, mentre nelle femmine l'angolo è più stretto e incurvato.
I maschi hanno un piastrone concavo, a differenza delle femmine in cui è piatto.
Anche gli scuti gulari sono maggiormente pronunciati nei maschi.
Tutte queste differenze sono comunque difficili da individuare.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Si può allevare in terrari con dimensioni minime di 120x100cm per una coppia.
Importante la scelta del materiale di fondo, che non deve trattenere l'umidità, assolutamente nociva per questa specie.
Si sceglierà quindi un substrato come fieno, trucioli depolverati, o altri materiali facilmente sostituibili nel caso vengano bagnati o inumiditi.
La temperatura deve oscillare da 27 a 30 gradi nella zona calda e da 24-26 nella zona fresca del terrario.
Assolutamente necessaria una lampada ad emissione UVB nel periodo di permanenza in terrario.
Per 2 o 3 giorni la settimana si può fornire una larga bacinella con acqua tiepida, per consentire agli animali di bere e bagnarsi.
Una volta assecondate queste esigenze la bacinella va tolta, insieme all'eventuale materiale di fondo bagnato o umido.
Si può allevare all'aperto durante la bella stagione, in recinti che ricevano una buona quantità di raggi solari e allo stesso tempo siano riparati da eventuali piogge.
Deve essere presente un riparo o un basso cespuglio per consentire alle testuggini di ripararsi durante la notte e le ore di eccessiva insolazione.
La recinzione deve essere interrata per oltre 50 cm, viste le notevoli abilità nello scavo di questa specie.
Alcuni allevatori, anche per favorire la riproduzione, fanno trascorrere un periodo di latenza invernale alle tartarughe.
Un metodo è quello di lasciare gli esemplari all'aperto fino al termine dell'estate, come si usa fare per le Testudo Europee, per collocare poi gli esemplari in una cassa riparata dalla pioggia e riempita di foglie per proteggere dal freddo eccessivo.
In queste condizioni possono essere lasciate per un mese o più, sino a che le temperature non scendono sotto i 5 gradi, quando sarà opportuno riportare gli animali in terrario e riportarli gradualmente alla temperatura "estiva".
Questo sistema può comportare comunque rischi per la salute delle testuggini e va attentamente valutato.

ALIMENTAZIONE
Specie quasi esclusivamente erbivora.
Si consiglia una dieta ricca di fibre,composta quasi esclusivamente da erbe selvatiche, come il tarassaco, il trifoglio, l'indivia, i vari tipi di cicorie e radicchi.
Sono indicate anche le pale dell' Opunzia, le foglie di fico d'India, di Ibisco.
Anche il fieno, o addirittura l'erba, se accettate dagli esemplari presentano delle buone qualità nutrizionali. Da evitare carne e frutta. Importante somministrare calcio, sotto forma di osso di seppia o calcio carbonato, una volta alla settimana.
Un multi vitaminico per rettili una volta ogni 20 giorni completerà la dieta.
Importante è non nutrire gli esemplari eccessivamente in quanto una crescita eccessivamente rapida porta a deformazioni del carapace e a possibili gravi problemi metabolici.

RIPRODUZIONE
Simile alle altre testuggini terrestri.
I maschi, soprattutto durante la stagione riproduttiva, combattono per difendere il proprio territorio e il proprio "diritto" ad accoppiarsi.
Le femmine vengono costrette all'accoppiamento con morsi alla testa e alle zampe e con colpi del carapace.
Le femmine depongono in media da 2 a 4 uova, anche 3 volte per stagione.
L'incubazione a 27-30 gradi dura da 4 a 6 mesi.

NOTE
Anche questa specie è ormai rara, sia in natura che sul mercato.
Le cause sono la coltivazione delle zone di origine, gli animali da pascolo ormai diffusi in tutti gli habitat frequentati da G. chilensis.
Inoltre in alcune zone sono cacciate per uso ornamentale, e , cosa più grave, per utilizzare i carapaci per realizzare "maracas" da vendere ai turisti.
In cattività gli esemplari non sono molti, a causa dell'elevato costo e della estrema sensibilità della specie a malattie e condizioni di umidità, che non tollerano.
Una curiosità è data dal fatto che, tra le testuggini sudamericane inserite nel gruppo "Chelonoidis", si differenzi molto per necessità climatiche e alimentari dalle altre, G. carbonaria e G.denticulata.
Al contrario, per comparazione genetica, risulta essere molto più simile alle Testuggini giganti delle Galapagos, Geochelone (Chelonoidis) elephantophus.

Autore: Luca Caroldi

Letto 4877 volte Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:02

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