Pubblicato in Risorse
Lunedì, 23 Giugno 2014 19:04

Baby Tarte: letargo sì, letargo no

Baby Tarte: letargo sì, letargo no

Articolo di Anna Emme per Tarta Club Italia

Quando le temperature si abbassano e le giornate diventano sempre più brevi l'allevatore di tartarughe comincia ad avere il grande dilemma: "le piccoline le mando in letargo o le tengo sveglie? Sono così piccine...... pochi grammi.... e fanno tanta tenerezza.... "

Ma sappiamo esattamente quali sono i pericoli per le tartarughe? I pericoli del letargo e i pericoli nel tenerle sveglie? E sappiamo come evitare i pericoli per le piccine (oltre che per le grandi)? 

Pericolosità del letargo. Perché il letargo può essere pericoloso?

Il letargo è un momento molto delicato nella vita delle tartarughe. Un momento molto importante nel quale, in natura, si dispiegano tutte le loro abilità, non solo la loro capacità di individuare i luoghi idonei ove andare in letargo, al sicuro da predatori, da eventuali abbassamenti fuori norma di temperatura, da allagamenti persistenti, ma anche la loro capacità di arrivare alla soglia del letargo in buone condizioni di salute. Un letargo controllato – e fatto con i corretti accorgimenti - può praticamente azzerare i rischi che esistono in natura.

Le tartarughe che vivono in ambiente limitato, sia esso giardino sia esso terrario, devono spesso affrontare una ulteriore e terribile serie di pericoli : gli errori degli allevatori.

Cattiva informazione, vecchi luoghi comuni, scarsa conoscenza della biologia delle tartarughe inducono alcuni allevatori, seppur in buona fede, a fare errori che risultano spesso letali alle tartarughe. Gli errori che sono letali per le adulte lo sono a maggior ragione per le baby tartarughe.

Non si può però dare la "colpa" al letargo se è l'allevatore a fare errori di base importanti. Occorre invece capire quali sono i principi che regolano il letargo e quali sono i pericoli per le nostre tartarughe, in modo da evitare ogni problema senza fare errori.

Ma il letargo è indispensabile come dicono tutti? O se ne può fare a meno?

Sì, il letargo è indispensabile per la buona salute di quelle specie di tartarughe che, come le nostre testudo, nel loro ambiente naturale, vanno il letargo. Ormai il fatto è accertato ed è fuori discussione.

Il loro organismo, nel corso del tempo, si è organizzato in modo tale da trarre giovamento da questo momento di pausa e, quindi, di rallentamento del metabolismo. La mancanza del periodo di letargo porta ad una serie di problemi che minano la loro salute. Ad esempio le femmine adulte che rimangono sveglie in terrario durante l'inverno hanno spesso problemi nella deposizione delle uova (deposizione anticipate, ritenzione di uova, scarsa fertilità). Nelle baby il problema uova non c'è ovviamente ancora, però il saltare il letargo provoca loro danni importanti, principalmente connessi con l'eccesso di crescita. Inutile dire che una crescita sana è essenziale per una baby tarta né più né meno di quanto sia essenziale per qualunque baby.

 

Ok, il letargo è indispensabile per le tartarughe adulte, ma anche per quelle piccole? Perché dovrei mandare in letargo anche le baby? Sono così piccine!

Proprio perché sono piccole è importante che si abbia particolare cura nel loro allevamento e nella loro crescita. E, prima cosa fra tutte, bisognarispettare i loro ritmi biologici.

Le baby tartarughe che saltano il letargo vanno spesso incontro a problemi connessi con l'eccesso di crescita: cattivo sviluppo della struttura ossea e serissimi problemi agli organi interni quali fegato e reni. E purtroppo questi problemi possono avere ripercussioni anche in età adulta.

Quali sono gli errori da evitare nel letargo?

Preparare una baby al letargo non e' difficile. Con pochi accorgimenti basilari le nostre piccole faranno il loro salutare letargo senza alcun inconveniente.

  1. Per le piccole così come le adulte è fondamentale che le tartarughe siano sane. Prima dell'abbassamento delle temperature devono essere normalmente reattive e di buon appetito. Non devono avere alcun sintomo di malattia (a puro titolo esemplificativo: scoli nasali e/o oculari). Se le piccole sono nate da poco devono avere buona vivacità.
  2. E' fondamentale che le tartarughe vadano in letargo dopo aver evacuato tutto il cibo ingerito. Prima del letargo occorre quindi rispettare rigorosamente un periodo di digiuno che, per le piccole, viene indicato di circa 3 settimane. E' un errore gravissimo dare da mangiare ad una tartaruga subito prima del letargo. Infatti il cibo non digerito si decompone dentro l'apparato digerente con esiti anche mortali. E' sbagliato pensare che le tartarughe possano soffrire di questo periodo di digiuno. Con il diminuire della temperatura, rallentano naturalmente tutte le funzioni vitali, incluso l'istinto verso il cibo. L'allevatore deve cercare di facilitare questa preparazione al letargo evitando di somministrare del cibo, anche se, magari, c'è una imprevista giornata più calda della norma.
  3. Contemporaneamente al digiuno si dovrà accorciare la durata delle giornate e si dovranno diminuire le temperature diurne e notturne. Per le tartarughe che vivono all'esterno, anche se in ambiente protetto come un giardino o un recinto, significa in pratica seguire l'andamento stagionale: e' il normale autunno con le temperature che si abbassano e le giornate che si accorciano. L'allevatore che tiene le tartarughe in terrario dovrà quindi simulare l'autunno per le tartarughe che fossero tenute in terrario fino a quel momento. Abbasserà gradualmente la temperatura del terrario e diminuirà le ore di "luce".
  4. Durante questo autunno, naturale o ricostruito, la tartarughe diventeranno sempre più lente, sempre meno reattive. Alcune scaveranno delle buche per interrarsi, altre si nasconderanno sotto delle foglie o sotto qualche riparo, altre ancora entreranno in letargo all'aperto senza proteggersi eccessivamente dalle intemperie.
  5. Ora che si sono "addormentate" possiamo intervenire.

Un letargo protetto

Se rileggiamo il paragrafo sulla pericolosità del letargo ci rendiamo conto che, con il momento in cui entrano in letargo, siamo solo all'inizio di un periodo delicato. Il nostro compito e' quindi di mettere le piccole, che ora sono particolarmente indifese, in condizioni di superarlo in modo ottimale.

E per fare ciò si ricorre al letargo protetto, vale a dire ad un letargo che, pur essendo un vero e proprio letargo, non abbia tutti gli inconvenienti che possono esserci in natura. E principalmente le dobbiamo proteggere da:

  1. predatori. Sono un enorme problema per le tartarughe, baby e non, e nel periodo invernale sono soprattutto (anche se non solo) topi e ratti ad essere il pericolo maggiore.
  2. temperature troppo basse. Le temperature troppo basse le gelerebbero velocemente, data la piccola massa corporea delle baby.
  3. temperature più tiepide della norma. Le temperature intermedie riattiverebbero il metabolismo facendo consumare loro molte energie senza però consentire loro di nutrirsi.
  4. temperature insolitamente alte fuori stagione. Un insolito periodo caldo prima di un ritorno del freddo le sveglierebbe, grazie alla loro piccola massa corporea, spingendole a nutrirsi. Il ritorno di temperature fredde le riporterebbe in letargo a stomaco pieno.

Come si organizza un letargo protetto.

  1.  Il sistema più semplice per organizzare un letargo protetto è di preparare una scatola di cartone o di legno possibilmente ben isolata (ad esempio rivestendola esternamente con polistirolo) da collocare in un ambiente che abbia una temperatura piuttosto costante di 5-8 gradi.
  2. L'ambiente in cui metteremo la scatola del letargo dovrà essere al sicuro da topi e ratti oppure la scatola dovrà essere rivestita da una robusta rete.
  3. Dentro la scatola metteremo della terra (o altro substrato), delle foglie secche, la sonda di un termometro che registri le temperature minime e massime ed infine le nostre tartarughe. Il corpo del termometro lo metteremo fuori dalla scatola in modo da monitorare le temperature all'interno senza dover aprire la scatola continuamente. Non dobbiamo mettere né cibo né acqua, perché le nostre tartarughe già addormentate non ne hanno bisogno. Le scatole non devono essere sigillate e, se troppo ben chiuse, bisogna praticarvi dei fori di aereazione.
  4. Durante il letargo le terremo sotto controllo pesandole una volta al mese e verificando che non calino troppo di peso. Occorrerà anche verificare che il substrato non si disidrati eccessivamente.
  5. Quando arriverà primavera le tireremo fuori dalla scatola facendole abituare gradualmente, nell'arco di circa una settimana – dieci giorni, alle temperature più tiepide.

Quale deve essere il peso minimo per andare in letargo?

Non esiste un peso minimo di letargo. Anche le baby di 10-12 grammi fanno benissimo il letargo, né più né meno che le loro sorelline di 20 o 30 grammi. Pensare che non possano andare in letargo perché sono piccole sarebbe come pensare che un neonato non può dormire finché non e' diventato grande.

E se volessi far fare un letargo breve?

Se proprio si ha paura di far fare il letargo completo alle baby appena nate, si può optare per il letargo breve che dovrà durare almeno due mesi. In questo caso si inizierà il letargo normalmente in autunno e lo si interromperà in anticipo.

E' sconsigliato, se non ci sono seri motivi, di cominciare il letargo in ritardo perché la preparazione artificiale al letargo è molto più laboriosa della preparazione naturale nella stagione giusta.

Io quest'anno non ho tempo per "studiare" il letargo. Quindi le terrò sveglie.

In realtà preparare un buon terrario per l'inverno e' molto più difficile che preparare un buon letargo. E sono parecchie le baby tartarughe che si ammalano e che muoiono, a volte proprio a primavera, a causa della cattiva organizzazione del terrario invernale.

E' quindi meglio "perdere" un po' di tempo per "studiare" il letargo, piuttosto che perdere molto più tempo per studiare e realizzare un buon terrario.

Tenerle sveglie senza terrario, magari in una scatola vicino al termosifone, o anche in un qualche posto in casa ha in genere esiti negativi: sono poche le tartarughe che riescono a sopravvivere in queste condizioni. In questi casi la percentuale di tartarughe che muoiono è elevatissima.

Risposte brevi in ordine sparso

Il letargo va fatto al buio o è meglio che ci sia la luce?

Meglio al buio. La presenza di luce le può spingere a svegliarsi anche con temperature relativamente basse.

Prima del letargo non devono mangiare, ma possono bere?

Sì. E' molto positivo se bevono prima del letargo.

Anche quando si svegliano bisogna mettere subito una ciotolina di acqua a disposizione in modo che possano bere a volontà.

Perché prima del letargo non dobbiamo dare cibo aggiunto rispetto a quello già disponibile in giardino?

Perché il nostro cibo e' senza dubbio molto più appetitoso di quello che abitualmente trovano sul terreno. Così appetitoso che non riescono a resistere alla tentazione di mangiarlo anche se il loro organismo dice loro di cominciare a mettersi a riposo. Le obblighiamo quindi a fare qualcosa che fa loro del male prendendole per la gola.

E se le tenessi in una scatola vicino al termosifone?

E' il sistema più sicuro per farle morire.

Io pensavo di metterle in uno scatolone nel ripostiglio di casa: lì non riscaldiamo e non c'è neanche il termosifone

Anche questo è un sistema per farle morire. In nessun ambiente dentro le nostre case la temperatura è fra i 5 e gli 8 gradi, ma è più alta. Con temperature superiori a quelle di letargo le tartarughe non rallentano a sufficienza il loro metabolismo e quindi continuano a consumare energie senza potersi però nutrire e/o senza poter assimilare eventuale cibo ingerito.

Ogni tanto le trovo spostate nella loro scatola del letargo. Sono sveglie o dormono?

Dei piccoli movimenti sono normali durante il letargo. Se grattano insistentemente o cercano di fuggire significa invece che le temperature di letargo sono troppo alte. In questo caso, prima di metterle in un ambiente a temperature più adatte, occorre controllare che non abbiano risentito della temperature eccessive pesandole e dando loro dell'acqua da bere.

Come si pesano delle tartarughe così piccole?

Il modo migliore per pesare le baby è con una bilancia elettronica da cucina con scansione di 1 grammo.

Al risveglio posso metterle subito fuori in giardino?

Le tartarughine che hanno fatto il letargo si adattano molto bene alle temperature esterne primaverili. Occorre solo controllare che le temperature esterne non si abbassino troppo andando verso lo zero. E' buona norma metterle al riparo in una tana le prime notti o se piove molto di giorno.

Se all'esterno c'è una insolita ondata di caldo è preferibile farle abituare gradatamente alla diversa temperatura in modo che il loro organismo faccia un passaggio "dolce" dal freddo al caldo.

Al risveglio mangiano subito?

In genere passa qualche giorno prima che si mettano a mangiare normalmente. Il numero di giorni dipende dalle temperature diurne e notturne. Il passaggio da uno stato di profondo rallentamento del metabolismo – come è lo stato di letargo – ad uno stato di normale attività richiede una fase di adattamento. Un organismo complesso deve essere rimesso in moto: ci vuole un po' di tempo.

Pubblicato in TCI
Lunedì, 23 Giugno 2014 18:52

Il letargo nelle testuggini europee

Il letargo nelle testuggini europee

 Vi siete mai fermati un attimo a riflettere quanto sia dura, faticosa e rischiosa da un punto di vista fisiologico la vita di una tartaruga? Inizia dovendo  uscire dall'uovo e non deve essere per niente facile essere chiuso in qualcosa che ti riveste e non ti lascia nemmeno muovere dal tanto che è angusto  tanto da costringere il nascituro ad aprirsi una breccia a colpi di naso! Poi la ricerca del cibo...in cui pur di vivere si accontenta di tutto ciò che è  commestibile ma non certo appetibile..... poi la riproduzione : per i maschi trovarsi una femmina, combattere per accaparrarsela mica semplice! Grandi  spazi e velocità ...non proprio da missile! per la femmina accoppiarsi e poi scavare e fare le uova anche 4-5 volte all'anno. E se fino a qui la vita è  sovrapponibile a quella di molti altri animali, per loro c'è anche lo stress del letargo... già , ci mancava anche quello! Tutto questo per dirvi quanto la vita di una tartaruga possa sembrare così tranquilla ed invece sia stressante e di questi stress sicuramente uno dei più importanti è rappresentato proprio dal letargo. Da quanto è stato detto fino ad ora si può affermare che il letargo più semplice sia quello delle tartarughe di più di un anno di età (che sono nate da poco tempo e già devono subire una prova di vita non indifferente) ma che ancora non sono giunte alla fase riproduttiva (con tutti i problemi ad essa connessi) ossia quelli animali che dalla mattina alla sera non hanno altro problema che nutrirsi (oltre a quello comune a tutte le altre di sfuggire a predatori ed uomini ).

Ma cos'è il letargo?

Il letargo è un meccanismo di risposta fisiologico di riduzione di attività metabolica a condizioni ambientali ed alimentari avverse.

Come tutti sappiamo i rettili sono animali ectotermi ossia la cui temperatura corporea dipende da quella ambientale . Quando questa raggiunge dei limiti troppo bassi da non consentire la vita questi cadono in letargo.

Poiché l'abbassamento della temperatura corporea porta ad un cambiamento di metabolismo è bene ricordare che certi organi ed apparati lavorano in maniera ideale solo all'interno di un range di temperatura che ovviamente non contempla le temperature del letargo. Quello che sicuramente preoccupa di più veterinari ed allevatori è la mancata capacità del sistema immunitario di reagire agli insulti batterici, micotici e virali, tanto è vero che è disgraziatamente nota a tutti l'avvento di patologie respiratorie nelle tartarughe al momento del risveglio. L'abbassamento del metabolismo rende anche nulli i processi riparativi cutanei, per cui risulta scontato che non è possibile mandare in letargo animali ammalati, con ferite al guscio od ai tessuti molli. Anche l'apparato digerente diventa più pigro fino a fermarsi completamente. I più attenti avranno notato che circa dieci quindici giorni prima di interrarsi, le tartarughe smettono di mangiare, alcune volte gradualmente altre bruscamente. Questa scelta va interpretata come un momento in cui l'animale continua a defecare liberando l'alveo intestinale per far sì che durante la fase di ibernazione i batteri presenti nell'intestino non possano fermentare in maniera grave ed addirittura mortale il contenuto gastrointestinale. In definitiva e proprio per le complicazioni che si possono avere durante il letargo, non è consigliabile farlo eseguire a tartarughe defedate od ammalate se vogliamo che l'anno successivo si risveglino.

Non è consigliabile mandare in letargo neppure tartarughe magre o che comunque hanno mangiato poco durante la stagione estiva: non potrebbero avere a disposizione energie e liquidi sufficienti a passare il letargo e risvegliarsi. Il letargo non ha date fisse ma inizia fine settembre/ottobre e finisce in marzo aprile in base alle condizioni climatiche ed alla latitudine.

Dove alloggiare le tartarughe durante il letargo

Si può decidere di far passare il letargo all'aperto oppure in un ambiente chiuso, scevro da pericoli (soprattutto altri animali) dove l'unica cosa veramente basilare è la temperatura che può venire

raggiunta e cosa molto importante tenuta costante. La temperatura ideale a cui tenere gli animali in letargo oscilla tra i 3 e gli 8 gradi anche se parecchi autori parlano di temperature minime di 2°C e

massime fino agli 11°C. Sappiamo che al di sotto dei 2°C la tartaruga può subire dei gravi danni a carico del sistema nervoso e degli occhi. Se viene tenuta a temperature basse ma superiori ai 10°C il metabolismo non si abbassa a sufficienza ed alla fine del letargo ci potremmo trovare a fare i conti con un animale molto dimagrito e defedato.

Il letargo all'aperto è sicuramente il più semplice da eseguire. Si aspetta che le tartarughe si interrino da sole e poi si ricoprono i luoghi prescelti con paglia o foglie secche. A questo punto non resta che attendere il risveglio. In alcuni casi può essere d'aiuto alle tartarughe lavorare il terreno con vanga e zappa in modo da rendere meno faticosa l'opera di escavazione da parte dei rettili. Se il terreno risultasse particolarmente duro si potrebbero creare delle buche profonde 50-60 centimetri da riempire con la stessa terra asportata frammista a sabbia. Dopo che le tartarughe si saranno interrate si potrà procedere alla copertura della zona con paglia e foglie secche.

Il letargo al chiuso può essere eseguito in una stanza o locale idoneo oppure all'interno di un frigorifero. Nel primo caso si dispongono gli animali in cassette con all'interno paglia e foglie secche o torba di sfagno. Le cassette andranno sempre coperte con una rete a maglie fitte in grado di evitare la possibilità che topi e ratti possano creare delle lesioni agli animali in letargo. E' importante che la temperatura ambientale non superi i 10°C; meglio se rimane costante intorno ai 5° C.

Il letargo in frigorifero è usato solo da allevatori con numerosi soggetti e che sfruttano vecchi frigoriferi all'interno dei quali sistemano le casse con gli animali.. Al loro interno si userà lo stesso materiale prima descritto. Sul fondo del frigo si terrà una bacinella con due centimetri di spessore di acqua per far si che venga mantenuta la giusta umidità. E' anche possibile mettere sopra a l frigo un aeratore da acquario che immetta tramite un tubicino ossigeno . Dovrà essere posta molta attenzione per far sì che il tubicino non rimanga schiacciato dalla guarnizione. Le temperature dovranno essere abbassate gradualmente fino ad arrivare alla temperatura designata.

Preparazione pre-letargo degli animali

Se gli animali eseguiranno un letargo normale all'aperto di norma faranno fronte da soli alle esigenze. Se invece forziamo noi l'animale per mandarlo in letargo, dobbiamo metterlo nelle condizioni migliori per far sì che tutto vada a buon fine. Circa sei settimane prima conviene cominciare a somministrare molto cibo (erbe di capo e un po' di frutta). 15-20 giorni prima del presunto letargo si comincia a somministrare cibo in minore quantità fino a smettere 10-12 giorni prima del letargo. In questi giorni gli animali dovranno essere oggetto di bagni in recipienti con acqua tiepida per 10-20 minuti per favorire l'espulsione di materiale fecale, si eviteranno così processi fermentativi in grado di causare la morte dell'animale. Un mese prima del letargo è consigliabile far eseguire un esame coprologico per la ricerca di parassiti e se positivo improntare la giusta terapia.

Risveglio

Il risveglio degli animali che si sono interrati spontaneamente è deciso dall'innalzamento naturale della temperatura. Per gli altri sarà l'allevatore a fare in modo che esso accada nella maniera più graduale possibile. Dopo il risveglio conviene metter gli animali in bacinelle con acqua pulita e tiepida in modo da favorire l'abbeverata e soprattutto il ripristino delle grandi funzioni organiche. Si procede alla pulizia delle narici e degli occhi e si cominciano a somministrare i primi alimenti che dovranno essere a base di frutta e verdura molto digeribile e di ottima qualità. Nell'arco di pochi giorni tutto sarà tornato alla normalità e potranno tornare ad essere amministrate come sempre. Il consiglio è comunque quello di osservarle a lungo e soprattutto ripetere i bagnetti frequentemente.

Letargo nelle tartarughe di un anno

E' molto discusso se mandare le tartarughe nate nell'anno in corso in letargo; ed è difficile dare un giudizio esente da critiche. Quelle che fanno un letargo normale solitamente si risvegliano quasi tutte mentre in quelle che si schiudono nel tardo ottobre è facile che vi sia qualche perdita in più. Quindi chi vuol fare una autentica selezione naturale potrà mandare in letargo le piccole anche se sconsiglio di mandarci le "ottobrine". Per gli altri la decisione consiste se non mandarle o far fare un "letargo corto". Quest'ultima opzione è quella che io consiglio più volentieri. Nel primo caso si allestisce un terrario (può andar bene anche un scatolone una cassetta di legno od un vecchio acquario senza il coperchio. Tramite una lampada ad incandescenza (ed un neon a U.V.B. per favorire la deposizione del calcio a livello osseo) si può garantire il giusto fotoperiodo (10-12 ore di luce). La lampada fornirà anche la giusta quantità di calore. Se montata su un portalampade a pantografo o simile potrà venire allontanata o avvicinata per fornire la giusta temperatura (22-26° C.). Di tanto in tanto le pareti del terrario dovranno essere umidificate con un nebulizzatore. Nel terrario sul terriccio di base dovrà essere sistemato un nascondiglio, un contenitore per l'acqua (a mio avviso per le tarta di questa taglia il migliore è il coperchio dei barattoli della "Nutella" poiché sufficientemente profondo per permettere l'abbeverata ma non tanto da consentire agli animali di affogarci dentro). Lo stesso terrario può essere impiegato anche per il "letargo corto". In media la sua durata si aggira sui 45- 70 giorni . Per un po' vengono allevati come sopra con cibi sani come già descritto a proposito delle altre tartarughe in preletargo poi 20 giorni prima della data del presunto inizio del letargo si iniziano a somministrare meno alimenti e 7-10 giorni dopo si sospende la somministrazione e ci si comporta come per le tartarughe che effettuano il letargo al chiuso per ciò che concerne la temperatura. Al risveglio faremo il procedimento inverso rispettando tutto quanto già detto nel paragrafo risveglio.

Autore: Socio del TCI

Pubblicato in TCI

In collaborazione con

Sponsor

Social

Contatti 

Tarta Club Italia
Via della Repubblica, 39a

47042 Cesenatico (FC)

Partita IVA: 03515480402 - C.F. 90049330401

 

TartaClubItalia

Scrivi al TartaClubItalia, mandaci una mail a infotartaclubitalia@gmail.com.

Scrivi al Webmaster per problemi inerenti al sito.

DMCA.com Protection Status

Chi è online 

Abbiamo 264 visitatori e nessun utente online

Statistiche visite 

Oggi4064
Ieri6134
Questa settimana32298
Questo mese38133
Da sempre14451905

Powered by CoalaWeb
#5e5f72 #66fe00 #77b5b3 #dc1469 #232021 #a55778