Nata la prima Angonoka

 

 

 

 

Prime nascite!       

La notte del 21 agosto,  dopo circa 5 mesi di incubazione,  è nata la prima Angonoka !



Il periodo di incubazione naturale è di circa 10 mesi ed è scandito dalla stagione delle piogge.
Alle prime piogge, che avvengono solitamente ai primi di dicembre,  i maschi iniziano le loro lotte serrate, a colpi di "vomere", la grossa pretuberanza che viene usata a mo di ariete, allo scopo di capovolgere l'avversario.  Questo rito ha il compito di selezionare i maschi più forti che così hanno il privilegio di accoppiarsi con le femmine.  Poco dopo, le femmine iniziano a deporre le prime uova (da 3 a 5/6 per deposizione)  che solitamente avvengono verso fine dicembre.
Purtroppo, da come ci dicono al centro di riproduzione,  la percentuale di schiusa delle prime deposizioni in terra, è bassissima,   e questo a nostro parere è dovuto al fatto che il successivo arrivo delle forti piogge, infradicia le uova; tesi avvalorata dal fatto che le ultime deposizioni hanno percentuali di schiusa notevolmente più alte.

 


Per questo,  dopo lunghe discussioni si è deciso di inserire dentro alla nuova incubatrice del Tarta Club Italia, studiata in collaborazione con la FIEM Incubators ,  12 uova degli ultimi 3 nidi deposti ad inizio marzo. Se pur quest'anno le deposizioni sono state abbondanti (oltre 80 uova deposte),  come prima esperienza, per precauzione, i responsabili Durrell, hanno preferito essere prudenti e vedere i risultati.
C'è anche da dire che la scelta di passare all'incubazione artificiale, dopo 25 anni di metodo naturale, è data anche dal fatto che una parte delle uova veniva persa per l'attacco di formiche e termiti,  ma i cambiamenti non sono facili da accettare subito e inserirle tutte in incubatrice.           
Se da una parte occorre pensare che per quanto la nuova incubatrice abbia un doppio sistema di protezione (meccanico ed elettronico),  che quindi abbassa moltissimo la percentuale di errori, con questa specie rarissima non possiamo permetterci di sbagliare,   ma la percentuale di uova schiuse in più, è talmente alta che vale sempre la pena di inserirle tutte all'interno dell'incubatrice.    La nuova incubatrice è dotata di due temperature di lavoro(diurna e notturna) con doppio sistema di riscaldamento e raffreddamento a celle di Peltier.   Ovviamente non abbassiamo la guardia sullo studiare sistemi per diminuire i rischi e una modifica è già prevista nella prossima missione.



La nostra incubatrice è entrata in funzione ai primi giorni di aprile 2011,   ma le 12 uova erano già state in terra per poco meno di un mese, quindi i parametri e i risultati saranno in parte influenzati anche da questo primo breve periodo , che verrà poi confrontato con gli anni a venire.

 



Dopo aver a lungo studiato le temperature del Madagascar e delle zone di origine delle Astrochelys yniphora e Astrochelys radiata e delle esperienze di alcuni allevatori Europei di A. radiata,  il nostro parere era quello che i tempi di schiusa in incubatrice sarebbero stati molto inferiori dei 10 mesi in natura,   quindi abbiamo impostato la programmazione delle temperature e umidità,  tenendo conto di questa tesi.  
Infatti, alla fine luglio,  abbiamo detto al responsabile del centro di riproduzione di aumentare gradualmente la percentuale di umidità dal 70%  all'80/90%, simulando così l'arrivo delle prime piogge(ancora moltolontane).    La nostra teoria era che le baby rimanevano diversi mesi dentro l'uovo, già pronte, in attesa dell'arrivo delle piogge per uscire più facilmente. Uno dei motivi di questa convinzione era dovuta dal fatto che osservando le baby appena nate dell'anno precedente, si notava già una crescita degli scudi come se fossero nate già da mesi.
Però dal dire al fare, c'è di mezzo il mare (come dice un antico e saggio proverbio) e con queste rarissime e preziosissime uova non c'è da scherzare e gli esperimenti possono essere pericolosi.

 


Anche se convinti di questa tesi,  ci sentivamo addosso molta responsabilità e la mail del 22 agosto che ci annunciava la nascita della prima baby ci ha fatto tirare un bel sospiro liberatorio.

La prima baby è nata la notte del 21 agosto 2011, con ancora un poco di sacco vitellino che si è assorbito  nei 3 giorni successivi;  ovviamente ha creato un pò di agitazione anche nello staff dei nostri amici del centro di recupero di Ampijoroa ,  a cui abbiamo subito dato consigli su come trattare gli esemplari nati con sacco vitellino e di come stabulare in esterno i primi nati, che necessitano di un substrato molto umido, in modo di simulare l'umidità della stagione delle piogge,   in quanto ora e per i prossimi 4-5 mesi la stagione è molto secca.

Questa prima esperienza ci sta già facendo lavorare per cercare di migliorare ulteriormente la resa del progetto e per mettere a punto i lavori della missione 2012.
Ovviamente speriamo sempre che il progetto sia sostenuto anche dai soci e dalle donazioni .

 

Nei giorni successivi sono nate altre 6 baby Angonoka (quindi 7 in totale), attualmente ben vispe ed attive.

Alla fine del primo test, queste le mie conclusioni :

- 12 uova inserite nell’incubatrice

Premesso che : nei programmi di incubazione artificiale, per verificare la funzionalità dell’incubatrice utilizzata si ragiona considerando solo le uova fertili, queste le mie conclusioni finali su 10 uova risultate feconde :

- 7 bebè nati e sopravissuti

- 1 bebè nato con sacco vitellino ma morto successivamente

- 2 bebè morti all’interno dell’uovo

Note:

- Il bebè nato con sacco vitellino ancora non assorbito e morto successivamente, con maggiore esperienza sarebbe stato possibile salvarlo.

- La morte dei due bebè dentro all’uovo è dovuta alla temperatura un po troppo alta , ma il fatto è sicuramente positivo in quanto ci ha dato la possibilità di verificare al primo test qualè il valore della temperatura massima. In questo caso è sufficiente abbassare di soli 0,5°C la temperatura diurna e diminuirla anche di 1-2 ore e le morti non dovrebbero più succedere. Rimane però il fatto che probabilmente con una temperatura vicina ai livelli massimi, avremo molte probabilità di ottenere una percentuale alta di femmine, quindi, vista l’esigenza di riprodurre più maschi, per la prossima stagione è consigliabile abbassare di almeno 1°C e diminuire di 2 ore il ciclo diurno. Questo però sarà semplificato con la nuova centrale di comando elettronica dell’incubatrice che porteremo la prossima volta, che avrà 4 livelli di temperatura regolabili, anziché 2 come quella attuale . Quindi anziché avere una temperatura diurna ed una notturna, ne avremo anche due intermedie , in modo da simulare un po’ meglio la situazione naturale.

- Per verificare la fertilità delle uova porteremo uno strumento specifico che rileva i battiti del cuore della nascente tartarughina, all’interno del cuore

La percentuale sulle uova fertili è così del 70%

ma io penso che possiamo arrivare al 100% Ricordiamo che nel centro di recupero ad Ampijoroa, nel 2010 la percentuale di nascita è stata circa del 25%, quindi con l’incubazione artificiale il miglioramento è risultato notevole.

Occorre tenere in considerazione quanto affermato dal responsabile del centro di riproduzione di Ampijoroa, Ernest, cioè che quasi tutte le uova delle prime deposizioni sono sempre perse; questo è dovuto all’effetto della pioggia che infradicia le uova. Molto probabilmente in natura le Angonoka nidificano in terreni più drenanti e quindi con meno problemi con l’acqua. Ad ogni modo è risaputo che l’acqua per le uova è pericolosissima ed è la stessa cosa anche per le specie marine che se una mareggiata raggiunge la posizione del nido le infradicia tutte. Siccome in pratica tutte le deposizioni avvengono durante la stagione delle piogge, è importantissimo da subito, inserirle tutte nella nostra incubatrice !

 

 

Agostino Montalti (presidente Tarta Club Italia)

 

 

 

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